domenica 28 giugno 2009

Agricoltura urbana – The Vertical Farm Project.

Nella campagna veneta, in questi giorni, il giallo brillante dei fiori di colza ha lasciato spazio al verde sereno e rassicurante delle distese di mais, frumento e soia. Mentre percorro stradine secondarie la composta geometria dei filari di vite mi offrono, per alcuni piacevoli attimi, l’illusione di un ambiente immutabile, che così era nella mia infanzia e così sarà ancora per molti anni.
Mi rendo conto però che ciò che ho sempre considerato normale potrebbe diventare una rarità: la cementificazione avanza e l’ambiente agricolo spesso nasconde oscenità chimiche. Le nuove correnti di pensiero difendono con forza crescente il ritorno all’orto di casa come unica garanzia per un’alimentazione salutare. Anche alla Casa Bianca oggi si coltivano le zucchine!
Purtroppo sempre meno persone hanno a disposizione un angolo di terra da coltivare. La qualità passa in secondo piano quando la principale difficoltà è la quantità, e nelle grandi metropoli sembra prevalere la necessità di disporre di una quantità sufficiente di cibo. Data la crescente concentrazione di popolazione urbana ci rendiamo conto che servono nuove soluzioni.
Scopro così che c’è chi vede già oltre, concentrandosi sul concetto di «agricoltura urbana», suggerendo cioè lo spostamento dell’attività agricola all’interno delle città.
Il microbiologo della Columbia University Dickson Despommier afferma che l’agricoltura urbana è il nostro futuro, proponendo il progetto di una fattoria verticale: le distese agricole che vediamo ai lati delle nostre strade potrebbero in un prossimo futuro essere concentrate in una serie di grattacieli nel centro di New York!
Nel sito internet verticalfarm.com si prevede che nel 2050 l’80% dell’umanità risiederà nei centri urbani e, entro questa data, secondo le stime più caute, la popolazione aumenterà di circa 3 miliardi di persone. Secondo gli studi più recenti non ci sono terre coltivabili a sufficienza per sfamare tutte queste persone, perciò l’unica soluzione sembra essere l’utilizzo dell’innovazione tecnologica.
Nei progetti delle Vertical Farms il Dr. Despommier assicura di essere in grado di sfamare per tutto l’anno l’intera popolazione di New York con 170 grattacieli di 30 piani. Nei grattacieli verrebbero utilizzate tecniche di coltivazione idroponica, cioè senza l'utilizzo di terra e con l'ausilio di soluzioni acquose, l’illuminazione a Led e la somministrazione controllata dell’esatta quantità di umidità e nutrienti. L’acqua sarebbe riciclata dagli scarti della città e l’energia necessaria potrebbe essere prodotta dal sole, dal vento e dalla biomassa di scarto. Insomma, una fattoria a impatto zero.
I progetti consultabili nel sito internet sono straordinari, per complessità e design, e tutto fa pensare che non si tratti di fantascienza.
L’idea è ambiziosa e affascinante. Se dovessi scegliere, preferirei mangiare un’albicocca del quindicesimo piano piuttosto che una con innesti genetici!
Riuscirà l’ingegno umano a controllare in maniera così efficace la natura?

Io intanto corro in giardino a seminare le carote!

Nella foto:
Living Tower by SOA Architects
Per approfondimenti:
http://www.verticalfarm.com/index.html
Elena Comelli, Genetica Verde 2.0, nòva24 - Il Sole 24 Ore, 25 giugno 2009.