martedì 14 dicembre 2010

La Solitudine dei Numeri Primi

Presto si guarda il film, per il momento ho letto il libro...


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domenica 31 ottobre 2010

Che la festa cominci

Il primo romanzo che leggo di Niccolò Ammaniti, l'autore di "Io non ho paura" dal quale è stato tratto i l famoso film, mi fa entrare in una sorta di pazzia narrativa, dove l’esagerazione e il paradosso vengono alleggeriti da tratti di comicità e attenta ironia. La scrittura semplice e diretta di Ammaniti e la vivacità degli eventi narrati mi hanno fatto arrivare alla fine della storia in tempi record!


...continua nella sezione LIBRI...



lunedì 11 ottobre 2010

Acciaio di Silvia Avallone

Ho proposto a Loredana una collaborazione per la sezione LIBRI di questo blog... neanche tre giorni ed ecco spuntare il primo foglio! 



Con la certezza di aver trovato un'inesauribile fonte di parole e ricchezza di contenuti, a lei il mio sincero ringraziamento, a voi Buona Lettura!

Nell'immagine: "Lettrice" di G. Mascarini

sabato 9 ottobre 2010

La dura giornata di una donna - Vanity Fair

Ho trovato in bagno il Vanity Fair di mia moglie del 6 ottobre e mi è capitato di leggere “La dura giornata di una donna: 27 ore. Anzi, di più” in cui Daria Bignardi ripropone la stra-collaudata tesi della donna forzatamente iperattiva perché costretta ad accavallare attività familiari e professionali, ad accollarsi ogni responsabilità e, sola, farsi carico di qualsiasi impegno. Una donna costretta a lavorare fino allo sfinimento zavorrata di marito e figli, incagliata in una famiglia che ruota completamente attorno al suo lavoro, con l’unica speranza, spesso vana, di una vecchiaia serena. Si parla di mancanza di responsabilizzazione della società e specialmente dei maschi nei confronti delle donne.

Ecco il commento inviato al blog di Daria Bignardi, con alcune personali considerazioni:

"Troppo facile continuare a generalizzare in questo modo ripetendo un disco ormai vecchio. La società, seppur lentamente, sta già cambiando, possibile che nessuno se ne accorga? Possibile che non se ne accorga neanche Daria Bignardi? Chi fa informazione ha il potere di condizionare l’umore e l’opinione di chi legge e, forse, accelerare processi virtuosi le cui radici sono già insite in molti e latenti in molti altri. Eppure si continua a calcare la mano sui risultati delle indagini che presentano condizioni negative.
In questo caso si rischia che chi legge sia portato a credere che la situazione descritta, seppur spiacevole, sia la normalità e che cambiare sia un’impresa impossibile. Sono certo che si possa migliorare cominciando a scrivere di ciò che dovrebbe essere e non di ciò che è brutto e sbagliato, cominciando a proporre modelli positivi, che magari potrebbero anche diventare di moda! A lei, e agli altri giornalisti che perseverano nel contrapporre tale penosa condizione della donna moderna alla completa inutilità del maschio, vorrei quindi proporre di cominciare ad osservare la parte buona delle statistiche, quella ignorata da chi si rifugia nella confortante sicurezza della maggioranza e della generalizzazione.
Esiste qualche uomo che crede nella condivisione degli oneri familiari. Esiste qualche donna che è certa di condividere con chi le è accanto la faticosa compresenza di lavoro e famiglia.
Sono d’accordo, gran parte degli oneri domestici fanno ancora capo alle donne, ma è anche vero che molti uomini si impegnano affinché non sia più così. Perché non parlare di questo nelle riviste femminili? Di sicuro “la mamma è sempre la mamma” e niente potrà sostituirla, di sicuro la donna è più attenta a molti aspetti della vita domestica, di sicuro la donna sa che deve avere un impiego professionale, per realizzazione personale e perché una famiglia media ha bisogno di due stipendi per campare. Ma non sempre serve che la sua giornata duri più di 27 ore!
Ci sono donne che hanno avuto la possibilità di poter lavorare per un periodo sufficientemente lungo a tempo parziale, seppur accettando di dimezzare il proprio stipendio. Possono così dedicare il giusto tempo ai figli.
Ci sono uomini che hanno avuto la possibilità di scegliere di lavorare a turno, seppur rinunciando, temporaneamente, alla carriera professionale. Possono così dedicare più tempo alla casa e alla famiglia.
Questi uomini si alzano alle 7 di mattina, preparano i figli, rifanno i letti, restituiscono all’appartamento un aspetto accettabile, caricano la lavastoviglie. Alle 8.30 portano i figli a scuola e all’asilo, ma solo d'inverno, perchè d'estate sono a casa. A volte arrotondano con qualche lavoretto, perché sennò a fine mese, senza i due stipendi pieni, non si arriva, tornano a casa a mezzogiorno, svuotano la lavastoviglie, preparano il pranzo, pranzano in 10 minuti con la moglie che è tornata dal suo lavoro part-time, si fanno la doccia e vanno a lavorare, fino alle 22. A mezzanotte si addormentano, pensando a come organizzare la mattina del giorno dopo.
Il collega che ha fatto il turno del mattino, e che è fuori casa dalle 5, arriva a casa alle 15, va a prendere il figlio all’asilo, lo porta in piscina, gioca con lui, prepara la cena, carica la lavatrice e rassetta la casa aspettando che la moglie torni dal lavoro. Dopo cena crolla sul divano e si addormenta.
Questi uomini sono contenti quando ci sono i giorni di riposo, perché possono fare gli onnipresenti lavoretti di manutenzione alla casa, possono giocare con i figli, coccolare la moglie e divertirsi con gli amici. Sono in molti a fare una vita simile alla loro. Sono uomini contenti di quello che fanno, perché sono partecipi della vita della famiglia che hanno creato.
MA poi leggono la rubrica di pagina 28! E scoprono che secondo la realtà dei giornalisti tutto continua a girare esclusivamente attorno al lavoro delle donne, come negli anni in cui si facevano i primi esperimenti di lavoro femminile fuori casa. Allora immaginano che i giornalisti non sappiano ancora che tante donne hanno già trovato l’uomo del futuro! Fanno tanto, forse troppo, ma almeno non sono più sole nella loro dura giornata.
Se vogliamo cominciare a cambiare vecchie mentalità bisognerebbe smettere di scrivere continuamente di condizioni penose e iniziare a raccontare che esistono anche realtà diverse. Probabilmente chi è rimasto indietro seguirà l’esempio.
Per quanto riguarda la società nel suo complesso ne parliamo la prossima volta, adesso devo andare a giocare con le mie figlie, sperando che per loro il futuro non sia come quello descritto nella rubrica."

Per leggere l'articolo dal blog di Daria Bignardi clicca qui

lunedì 4 ottobre 2010

Misteri di Venezia... risolti e irrisolti

Avete mai provato a camminare per le calli di Venezia nelle prime ore di un mattino d’autunno, quando la nebbia ancora nasconde le cime dei palazzi e l’acqua gorgoglia, creando mulinelli attorno alle nere sagome delle gondole che attendono di scivolare fino al Canal Grande? Vi siete mai avventurati oltre le Mercerie e piazza San Marco, dove il gatto sbuca silenzioso da un umido sottoportego? Immaginate di essere soli, vi affrettate verso la vostra meta e vi accorgete che un anonimo bassorilievo vi osserva da lontano. In quel reticolo di calli vi sembra di esservi persi, l’occhio inespressivo della statua vi inquieta. In lontananza i passi sicuri di uno sconosciuto, forse, potrebbero indicarvi la giusta via, ma già sapete che non lo raggiungerete mai perché, probabilmente, è già stato risucchiato dalla città del mistero. La vostra immaginazione vi sta conducendo oltre i portoni di antichi palazzi che nascondono segreti, misteri, leggende e misfatti inscindibilmente legati, nell’immaginario comune, alla città lagunare. Non è solo fantasia, sotto c’è anche una fervida realtà... continua...


Foto: Ph. Arturo Berton

domenica 29 agosto 2010

La privatizzazione del mondo

Ho finito di leggere il libro di Jean Ziegler, relatore all’ONU per il diritto all’alimentazione, «La privatizzazione del mondo – Padroni, predatori e mercenari del mercato globale». Per una sintesi si veda la sezione LIBRI di questo blog.


Leggerlo in estate è come tirarsi una martellata sulle ginocchia (infatti ci ho messo qualche mese per arrivare alla fine!), ma ne vale la pena. Il testo è del 2002, ma ancora attualissimo per aiutarci a capire come va il mondo.

mercoledì 14 luglio 2010

L'invito della Follia

Stupenda la storia, eccezionale la voce del narratore, Giorgio Lopez.


(Questa voce secondo me è la stessa di Life, bellissimo documentario che trasmettono ora su Rete4.)

domenica 16 maggio 2010

Il dopo crisi finanziaria... stupore?!

Nel 2008 il mondo della finanza è crollato come un castello di carte. È stata la miccia per l’esplosione di una catena di eventi che stanno mettendo in ginocchio un’economia già sull’orlo del precipizio. Sarebbe scorretto e fuorviante considerare i tumulti finanziari la causa unica dell’attuale situazione economica. Più realistico è considerarli uno dei punti di debolezza di un sistema arrivato, probabilmente, al punto di saturazione, di un modo di agire insostenibile che necessariamente chiede di essere rivisto.
Vorrei dimenticare illustri teorie e approfonditi studi economici per ricordare che tutto parte dall’agire umano: esseri umani reali, tangibili, con braccia e gambe, che possono scegliere come utilizzare gli strumenti a disposizione. Uomini che hanno scelto di compiere azioni nell’ambiente finanziario per soddisfare la propria e l’altrui avidità.
AVIDITA’, credo sia questo che ha reso la finanza un punto debole del sistema. Immaginavo il dopo - crisi finanziaria come una serie di “mea culpa” riecheggianti lungo Wall Street, trasformata in una valle di lacrime versate da chi ha sbagliato. Mi stupisce che non sia così.
Alimentano il mio stupore alcune righe del giornalista Federico Rampini che riporto (con qualche taglio, non me ne voglia l’autore!) sperando almeno che, se così deve continuare, non si faccia il bis!


«Per festeggiare l’anniversario del crac che fece tremare il mondo, la top manager della banca Wells Fargo, Cheronda Guyton, ha avuto un’idea originale. Nel settembre 2009 ha organizzato un party sontuoso in una villa di Malibu (California) da 12 milioni di dollari. […] Nello stesso periodo Robert Benmosche, il nuovo a.d. del colosso assicurativo AIG, il cui salvataggio pubblico è costato al contribuente americano oltre 182 miliardi di dollari, si è assegnato da solo uno stipendio da 7 milioni l’anno: tredici volte quello del presidente degli Stati Uniti. Un anno dopo la bancarotta della Lehman Brothers, i padroni della finanza sono tornati a colpire. Impuniti e arroganti come prima. […] Mentre le banche centrali e i governi tentavano ogni manovra d’emergenza per rianimare il capitalismo, fu detto: il mondo non sarà mai più come prima. […] Certo, la Grande Recessione ha lasciato ferite profonde nel tessuto sociale […] ma è proprio nell’epicentro originario della crisi, il mondo della finanza, che la spinta al cambiamento si è già esaurita. […] La velocità con cui Wall Street è tornata a praticare i vecchi vizi è sconcertante […] per chi è rimasto al suo posto il Bengodi ricomincia. Passata la grande paura, già nel primo semestre del 2009 le cinque maggiori banche di Wall Street hanno riservato 61 miliardi di dollari per le gratifiche ai propri manager e trader. È un po’ meno che nel 2007 […] ma oggi il bottino si spartisce tra un numero minore di banchieri. Individualmente, tornano a guadagnare ancora più dei livelli pre-crisi. […] è tornata anche la febbre della speculazione, […] nel casinò della finanza sono ricominciate le puntate spericolate, i giochi d’azzardo
[Tratto da Federico Rampini, Slow Economy, Mondadori, 2009, pp 171 – 173.]

Riprendendo un precedente post… meglio non sapere!

sabato 8 maggio 2010

Il dopo crisi finanziaria... per Gordon è "bancarotta morale"

Gente che si arricchisce alla faccia dei danni che ha creato, senza neppure la decenza di un periodo di riflessione... con tanti ringraziamenti da parte di chi paga!


«Se pensiamo all'avidità con cui i dirigenti bancari - anche in istituti salvati con il denaro dei contribuenti - hanno ripreso a concedersi bonus milionari mentre la recessione di cui sono responsabili creava milioni di disoccupati, è comprensibile che il premier Gordon Brown consideri la situazione una "bancarotta morale".»
[El Paìs, editoriale]
Fonti:
da El Paìs, La crisis de Goldman, 20.04.2010, traduzione di S. Bani.
immagine da economiafinanza.net

venerdì 16 aprile 2010

Il dopo crisi finanziaria... "Colpevoli premiati, innocenti puniti".


«E' un paradosso assurdo, da voi in Europa, una ironia della storia. Non lo vede? I governi hanno contratto molti debiti per salvare il sistema finanziario, le banche centrali tengono i tassi bassi per aiutarlo a riprendersi oltre che per favorire la ripresa. E la grande finanza che cosa fa? Usa i bassi tassi di interesse per speculare contro i governi indebitati. Riescono a far denaro sul disastro che loro stessi hanno creato».


[Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia 2001]



Per l'intervista completa leggi l'articolo de La Stampa

sabato 27 marzo 2010

Earth Hour 2010, ci siamo!

Questa sera ricordiamoci di spegnere la luce per un’ora, l’Ora della Terra!

Dal sito del WWF:
“Il 31 marzo 2007 Sidney si spegne per un’ora, coinvolgendo 2,2 milioni di cittadini, uniti nel semplice gesto del click dell’interruttore. Nel 2008 il gesto fa il giro del mondo e a rimanere al buio sono 370 città con 50 milioni di click che fanno di Earth Hour un movimento globale per la sostenibilità. Nel 2009 milioni di persone in più di 3929 città di 88 paesi hanno aderito e la Rete registra, con video e foto da tutto il mondo, un fenomeno planetario. Quando si parla di clima, i governi di tutto il mondo latitano. Ma il pianeta non può attendere e noi del WWF non molliamo. Dopo l’esito deludente del vertice di Copenaghen, continuiamo a chiedere obiettivi concreti e davvero consistenti di riduzione delle emissioni di gas serra. Per il terzo anno consecutivo, il 27 marzo dalle 20.30, tutto il pianeta si spegnerà per un’ora nel grande evento mondiale organizzato dal WWF: L’Ora della Terra. Milioni di persone, anche quest’anno spegneranno le luci per chiedere di essere ascoltati. Dalla risposta dei leader mondiali dipende il destino di tutta l’Umanità. Ecco perché è importante il coinvolgimento di tutti, anche il tuo. Un impegno che non si limiti allo spegnimento della luce il 27 marzo 2010 dalle 20.30 alle 21.30, ma che si tramuti in uno stile di vita quotidiano nel risparmio dell’energia e spieghi a chi ti è vicino l’importanza del tuo gesto.”




venerdì 5 marzo 2010

Una casa di bottiglie riciclate

Il riciclaggio può essere creativo? Si, e ce lo dimostra Tito Ingenieri, artista argentino di origini italiane che a Ciudad de Buenos Aires ha costruito una casa fatta interamente con bottiglie di birra e rifiuti, “La casa de Botellas”, come si legge nel suo sito web: 6 milioni di bottiglie accumulate e impilate per ben 19 anni! Un’ulteriore curiosità: i venti meridionali che fanno ingrossare il fiume poco distante “fischiano” nel collo delle bottiglie, avvertendolo del pericolo.

domenica 28 febbraio 2010

Geotermia... vale la pena pensarci.

Riscaldarsi e raffrescarsi senza inquinare? Si può, con la geotermia!
Non sto neanche a scrivere, in questi video è spiegato tutto molto bene!








sabato 20 febbraio 2010

OGM? Modificare o non modificare: questo è il dilemma! Le ragioni del no.

Ogm sì o Ogm no? L’annosa questione si ripropone sempre più frequentemente, dettagliatamente accompagnata dai contributi di studiosi e scienziati. Per i lettori è difficile capire dove stia la miglior soluzione, o il male minore, e scegliere da che parte stare. È difficile oltretutto orientarsi nella marea di documentazione disponibile, e soprattutto capirne l’attendibilità.
Segnalo una interessante sintesi, tratta da l'Espresso del 11/02/2010, dei motivi per dire no agli ogm secondo Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. La presentazione di questi 10 punti, pubblicata nel sito dell’associazione, ci da un’idea di quanto possa essere pericolosa una intromissione dell’uomo negli affari di madre natura.

Carlo Petrini, "Ogm - Perché dico dieci volte no", 17/02/2010.

mercoledì 3 febbraio 2010

Uno sfogo… meglio non sapere!

Mi hanno chiesto per quale motivo non ho più scritto in questo blog.
Sono caduto in un’overdose da informazioni negative!
Premetto di aver scoperto, nel corso degli ultimi anni, che tra gennaio e marzo il mio umore subisce un tracollo: divento triste, irritabile e tendo ad isolarmi. Eppure è proprio in questi mesi che nella mia vita sono accaduti importanti cambiamenti.
Quest’anno sto sfogando quest’irrequietezza con il completo rifiuto per tutto ciò che è informazione. Comincio a pensare che a essere disinformati si viva meglio, che conoscere le vicende del mondo sia un’eccellente maniera per farsi del male.
I mass media ci stanno bombardando di cattive notizie, stanno succedendo cose assurde, a volte prive di logica.
L’ultimo post che ho pubblicato chiedeva di prendere una posizione in vista del vertice di Copenhagen, sul quale nutrivo buone speranze. Ebbene, dopo aver appreso che è stato praticamente inconcludente, ho trovato uno studio volto a quantificare la quantità di CO2 che il vertice stesso ha contribuito ad emettere, tra spostamenti aerei dei vari leader e quantità di carta sprecata per stampare lunghi rapporti per la maggior parte mai letti. Che delusione!
Poi la natura si è presa la sua rivincita, con il tremendo terremoto ad Haiti che ha raso al suolo interi edifici nella capitale Port-au-Prince, causando oltre centomila morti. A ciò si aggiunga che, mentre alcuni uomini soffrono, altri uomini godono. Proliferano le società di sicurezza private che, dopo Iraq e Afghanistan, sono pronte a fare affari ad Haiti. I soldi prima di tutto!
Nel frattempo in Pakistan svolazzano nei cieli i Predator: aerei senza pilota controllati a distanza e dotati di telecamere a infrarossi. Droni che, da un’altezza di tre chilometri, oggi sparano missili anticarro Hellfire mietendo vittime, spesso tra la popolazione civile, e domani seguiranno il bersaglio attraverso una finestra aperta. Che spreco di energie!
Dal canto suo il Pakistan tiene armi nucleari nel cassetto, basta premere un bottone… Speriamo che un nanodrone non infastidisca qualche generale che, nel tentativo di spiaccicare il fastidioso intruso, batta un colpo nel pulsante rosso!

Sapete chi sono gli squirters? Letteralmente “quelli che schizzano”, termine gergale coniato da queglialtri che stanno in poltrona a seguire su un monitor gli attacchi aerei in Afghanistan. In pratica sono quelle persone in miniatura che corrono, cercando un riparo, prima che la bomba esploda lasciando solo macerie carbonizzate. Per fortuna i monitor rendono tutto irreale e almeno i soldati da scrivania, dopo il bombardamento, possono tornare a casa e cenare con la famiglia.
Nel frattempo gli israeliani annunciano la costruzione di un muro alla frontiera con l’Egitto per impedire l’ingresso nel paese degli immigrati clandestini. Quelli non entrano e nell’altra direzione partono i raid aerei nella Striscia di Gaza.
Queste sono solo pillole di quanto si legge nelle riviste di informazione internazionale.
E la TV che dice?
Le telecamere in Italia riprendono immagini da guerriglia urbana con italiani e immigrati che si scontrano violentemente. Sullo sfondo storie di mancata integrazione, di povertà, di sfruttamento, di paura. Si discute per scoprire chi è il colpevole, si tira in ballo il razzismo, la mafia, l’irregolarità… soliti argomenti che ci portano a una dialettica della quale siamo diventati maestri. I politici, invece di cercare le soluzioni, sembrano giocare a chi è più bravo a denigrare l’avversario. E intanto si riempie il palinsesto e si vendono le pubblicità. In TV, certo, perché la carta stampata è pure lei in crisi!
La crisi, ah la crisi, brutta bestia! Chiudono le fabbriche, calano i consumi, avanzano le difficoltà, si profila la povertà, l’istituzione più grande della nostra società, la famiglia, annaspa.
Ho visto pochi minuti di un’inchiesta televisiva, pochi giorni fa, e ho dovuto cambiare canale, toccandomi le p####, scongiurando che un giorno non tocchi anche a me essere così sfortunato!
Il potente americano non sta meglio, con il tasso di disoccupazione al 10%. In Gran Bretagna la chiamano "generazione perduta", sono i giovani tra 16 e 25 anni che entrano in un mercato del lavoro devastato dalla crisi.
Affiorano turbe psicologiche che prepotentemente fanno notizia, sembra un’improvvisa pazzia di massa: madri che uccidono i figli senza apparente motivo, figli che aggrediscono i padri per il predominio su una consolle, ragazzine che offrono il proprio corpo per pochi euro.
E poi ci sono terroristi dietro l’angolo pronti a far disastri, criminali spregiudicati alla ricerca di qualche spicciolo e i soliti conflitti etnici qua e là.
A cosa serve sapere tutte queste cose? O meglio, a cosa serve saperle con la consapevolezza di non poter risolvere i problemi del mondo?

Neanche le previsioni del tempo ci consolano: il riscaldamento è globale, ma fa un freddo cane!
Basta!
Voglio solo buone notizie.
E se non le trovo leggerò solo Men’s Health, guarderò solo il “Grande Fratello”, “Uomini e donne” e “Amici”.