sabato 5 marzo 2011

Il lato oscuro delle buone intenzioni

Salì le scale cercando la sua espressione più indifferente e infilò la chiave nella serratura con la mano libera. La luce accogliente dell’appartamento all’ultimo piano lo risucchiò all’interno. Con un rapido movimento degli occhi esplorò soggiorno e cucina, cercando la figura snella di Marta. L’appartamento era caldo e lucido, profumava di pulito e di fiori, forse quelli che le aveva fatto recapitare quel mattino. Per togliersi il cappotto avrebbe dovuto appoggiare da qualche parte il pacchetto regalo che nascondeva dietro la schiena. Si sedette nel divano, davanti alla Tv accesa.
«Arrivooo» cinguettò Marta dalla camera da letto.
Un sorriso compiaciuto gli spuntò in faccia. La collana era una buona idea. La immaginò con quella collana di pietre addosso e nient’altro, il suo sguardo giocoso riflesso nel viola dell’ametista.
La TV satellitare lo distolse dalle sue fantasie. Un bambino magrissimo si stava logorando le manine lavorando una pietra molto simile a quella. Fatalità!
- Non guardare, non guardare, non guardare – si disse. Cercò il telecomando. Inutile. L’eterna lotta tra piacere e coscienza ricominciò a logorargli la mente.
«Ancora un attimo» disse la vocina dietro la porta.
- E adesso, che cavolo faccio? -
Marta lo trovò nel divano, inebetito, ad osservare un pacchetto.


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