Dalle mie parti si è sempre detto che d’estate, al mare, si dorme bene. Lo pensavo anch’io, dato che l’esperienza mi insegna che il caldo umido della pianura padana rende le notti estive insopportabili, invece la leggera brezza che soffia in costa disperde l’umidità e offre un piacevole riposo.
Così pochi giorni fa, mentre mi trovavo in una località balneare del litorale veneto, uscendo per la tradizionale passeggiata serale ho lasciato la finestra della mia camera aperta, con la tapparella leggermente sollevata.
Dopo una giornata caldissima, la notte prometteva un gradevole sollievo.
La sorpresa è arrivata quando sono tornato in camera: era più calda di come l’avevo lasciata!
Un monotono fruscio attirò la mia attenzione verso l’esterno… ed ecco i colpevoli: una serie di ventole che soffiavano nervosamente il caldo scarto della loro opera refrigerante proprio in prossimità della mia finestra. Che fare?
Così pochi giorni fa, mentre mi trovavo in una località balneare del litorale veneto, uscendo per la tradizionale passeggiata serale ho lasciato la finestra della mia camera aperta, con la tapparella leggermente sollevata.
Dopo una giornata caldissima, la notte prometteva un gradevole sollievo.
La sorpresa è arrivata quando sono tornato in camera: era più calda di come l’avevo lasciata!
Un monotono fruscio attirò la mia attenzione verso l’esterno… ed ecco i colpevoli: una serie di ventole che soffiavano nervosamente il caldo scarto della loro opera refrigerante proprio in prossimità della mia finestra. Che fare?
La miglior difesa è l’attacco: ho chiuso la finestra, ho preso il telecomando e mi sono lanciato nella battaglia dei condizionatori. Mi sono addormentato in un fresco microclima artificiale, soddisfatto di aver raggiunto lo scopo, colpevole di aver contribuito a riscaldare la strada.
Ecco come il condizionatore autoalimenta il suo utilizzo e ci rende suoi schiavi.
IL PARADOSSO: per difendermi dal condizionatore altrui devo accendere il mio, qualcun altro dovrà difendersi e accenderà il suo e così via, in una fila ininterrotta di caldi refoli.
IL CONCETTO: togliere il calore dalla mia stanza per trasferirlo all’esterno… ma se il calore nella mia stanza è indotto da un altro condizionatore non stiamo rasentando l’assurdo? Senza dimenticare che in questo processo consumiamo energia ed utilizziamo i famosi clofluorocarburi, coadiutori del riscaldamento globale.
Ho fatto una rapidissima ricerca, tanto per snocciolare qualche dato, e leggo che un condizionatore d'aria con una potenza media di 1200 W emette, in media in un anno, 640 kg di CO2.
Certo il più delle volte il condizionatore è utile, ma in casi come questo non è più sensato godere del rumore del mare di notte e della naturale tregua notturna alla calura estiva piuttosto che accontentarsi di un fresco sintetico e di un meccanico fruscio?
Ecco come il condizionatore autoalimenta il suo utilizzo e ci rende suoi schiavi.
IL PARADOSSO: per difendermi dal condizionatore altrui devo accendere il mio, qualcun altro dovrà difendersi e accenderà il suo e così via, in una fila ininterrotta di caldi refoli.
IL CONCETTO: togliere il calore dalla mia stanza per trasferirlo all’esterno… ma se il calore nella mia stanza è indotto da un altro condizionatore non stiamo rasentando l’assurdo? Senza dimenticare che in questo processo consumiamo energia ed utilizziamo i famosi clofluorocarburi, coadiutori del riscaldamento globale.
Ho fatto una rapidissima ricerca, tanto per snocciolare qualche dato, e leggo che un condizionatore d'aria con una potenza media di 1200 W emette, in media in un anno, 640 kg di CO2.
Certo il più delle volte il condizionatore è utile, ma in casi come questo non è più sensato godere del rumore del mare di notte e della naturale tregua notturna alla calura estiva piuttosto che accontentarsi di un fresco sintetico e di un meccanico fruscio?
CONCLUSIONI: la prossima volta voglio il balcone fronte mare!
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