Nutrirsi è una delle necessità primarie dell’uomo, ci fornisce infatti l’energia senza la quale non potremmo vivere. Fortunatamente lo sviluppo economico, la ricerca, la diffusione del benessere e della conoscenza ci danno oggi la possibilità di scegliere le combinazioni migliori per alimentarci non solo in quantità sufficiente, ma anche in modo equilibrato, salutare e piacevole.
Non dobbiamo dimenticare però che esiste una grossa fetta di umanità che non ha accesso nemmeno alle risorse alimentari necessarie alla sopravvivenza. Tale considerazione è intollerabile, tenuto conto degli sprechi e degli eccessi che troppo spesso avvengono nei paesi ricchi.
Per affrontare un problema dobbiamo prima capirlo, è per questo che voglio riportarvi le mie ricerche e le mie considerazioni sulla situazione alimentare mondiale.
In questo primo post sull’argomento ci bastano i numeri per comprendere la portata dell’emergenza, ricordando che dietro ogni cifra ci stanno persone, come me e come voi.
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Sottonutrizione nel mondo:
1995 – 1997: 825 milioni di persone;
2000 – 2002: 857 milioni di persone;
2004 – 2006: 873 milioni di persone;
2008 - 2009: 915 milioni secondo le previsioni 2008, 1.02 miliardi secondo le stime di giugno.
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Le stime della Food and Agriculture Organization (FAO) per il 2009 annunciano più di un miliardo di persone costantemente sottonutrite. Utilizzando la definizione di sottonutrizione, che ho dedotto dal report dell’agenzia delle Nazioni Unite – The State of Food Insecurity in the World 2001 -, ciò significa che un sesto della popolazione mondiale non ha accesso ad un’alimentazione «sufficiente, sana e nutriente, adatta a soddisfare i bisogni nutrizionali e le preferenze alimentari per una vita attiva e salutare».
La fame nel mondo, secondo i preparativi dell’hunger report 2009, che sarà presentato in ottobre, raggiungerà quest’anno livelli record. Rispetto al 2008, infatti, il numero degli affamati è cresciuto di oltre 100 milioni, quasi interamente concentrati nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), come si può vedere nella «Mappa della Fame» della FAO.
La causa principale di questo incremento, stando a quanto comunicato dalla FAO, sarebbe la crisi economica mondiale, che ha ridotto i redditi, aumentato la disoccupazione e il costo del cibo, rendendolo ulteriormente inaccessibile ai poveri.Non dobbiamo dimenticare però che esiste una grossa fetta di umanità che non ha accesso nemmeno alle risorse alimentari necessarie alla sopravvivenza. Tale considerazione è intollerabile, tenuto conto degli sprechi e degli eccessi che troppo spesso avvengono nei paesi ricchi.
Per affrontare un problema dobbiamo prima capirlo, è per questo che voglio riportarvi le mie ricerche e le mie considerazioni sulla situazione alimentare mondiale.
In questo primo post sull’argomento ci bastano i numeri per comprendere la portata dell’emergenza, ricordando che dietro ogni cifra ci stanno persone, come me e come voi.
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Sottonutrizione nel mondo:
1995 – 1997: 825 milioni di persone;
2000 – 2002: 857 milioni di persone;
2004 – 2006: 873 milioni di persone;
2008 - 2009: 915 milioni secondo le previsioni 2008, 1.02 miliardi secondo le stime di giugno.
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Le stime della Food and Agriculture Organization (FAO) per il 2009 annunciano più di un miliardo di persone costantemente sottonutrite. Utilizzando la definizione di sottonutrizione, che ho dedotto dal report dell’agenzia delle Nazioni Unite – The State of Food Insecurity in the World 2001 -, ciò significa che un sesto della popolazione mondiale non ha accesso ad un’alimentazione «sufficiente, sana e nutriente, adatta a soddisfare i bisogni nutrizionali e le preferenze alimentari per una vita attiva e salutare».
La fame nel mondo, secondo i preparativi dell’hunger report 2009, che sarà presentato in ottobre, raggiungerà quest’anno livelli record. Rispetto al 2008, infatti, il numero degli affamati è cresciuto di oltre 100 milioni, quasi interamente concentrati nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), come si può vedere nella «Mappa della Fame» della FAO.
In effetti gli indicatori evidenziano che le rimesse degli emigrati dall’estero si sono ridotte notevolmente. Inoltre nell’economia domestica dei PVS la crisi ha colpito i lavoratori delle aree urbane, con la riduzione delle esportazioni e il raffreddamento degli investimenti dall’estero, e le aree rurali, dove milioni di poveri, emigrati in città, ritornano più poveri di prima.
Il terzo obiettivo del primo Millenium Development Goal, «Dimezzare, tra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffrono la fame», di anno in anno si allontana.
Fonti:
1.02 billion people hungry, FAO Newsroom, 19 June 2009, Rome.
Immagine:
http://www.fao.org/
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