domenica 13 novembre 2011

Pensiero economico negativo

I miei sforzi per tenermi lontano da pensieri negativi e riflessioni sull’attualità barcollano. Mi concedo solo una brevissima parentesi.


La situazione politica e la congiuntura economica (frutto da una parte di anni di corruzione e scelte politiche populiste, economicamente catastrofiche ma utili ad accaparrare consenso, dall’altra di un sistema economico complessivo illogico che sta dando comprensibili segni di malessere) sono talmente insostenibili che, probabilmente, un governo tecnico, temporaneo, anche se lontano miglia e miglia dalla democrazia, è la migliore possibilità per riequilibrare i conti e ridare credibilità internazionale al nostro Paese. Così potremo anche rifinanziare quel debito che tanto preoccupa creando altro debito (ma lasciamo perdere perché altrimenti mi viene l’ansia per il futuro delle mie figlie).

Tanto per rimanere sull’oggi, in attesa della “pillola risolutiva” che sta per arrivare (per fortuna non è quella dell'FMI!) propongo un estratto da un articolo di Andrea Degl'Innocenti su Il Cambiamento che mi spinge, malgrado intenzioni contrarie, a riflettere:

«Il meccanismo è noto, ed è illustrato con chiarezza nel documentario “Shock Economy” curato da Naomi Klein. La giornalista e scrittrice canadese spiega come il sistema capitalistico neoliberista, nato dalle teorie dell'economista Milton Friedman in opposizione politiche keynesiane, utilizza gli stati di shock emotivo per imporre alle popolazioni misure che altrimenti non sarebbero disposti ad accettare. Gli shock possono essere provocati da catastrofi naturali, guerre, crisi economiche. In ciascuno di questi casi il risultato non cambia. È avvenuto in Cile con il regime di Pinochet, amico e seguace di Friedman, si è ripetuto ad Haiti dopo lo Tsunami – tutte le spiagge sono state privatizzate – e avviene nelle recenti guerre in Iraq, Afghanistan e Libia.

“Stiamo assistendo ad un trasferimento di beni di dimensioni incommensurabili – spiega la Klein nel documentario – dalle mani pubbliche, dei governi (soldi presi dalla gente comune, sotto forma di imposte), nelle mani delle persone e delle imprese più ricche del mondo, tralasciando di dire che sono le stesse persone e imprese che creano questa crisi”. E tutto ciò avviene proprio attraverso la “Dottrina dello shock”, ovvero “ il sistematico saccheggio della sfera pubblica dopo un disastro”.»

E non ci saranno né responsabili, né colpevoli. Né a destra, né al centro, né a sinistra. Un applauso, grazie!!