martedì 28 luglio 2009

Al mare con il condizionatore… serve davvero?

Dalle mie parti si è sempre detto che d’estate, al mare, si dorme bene. Lo pensavo anch’io, dato che l’esperienza mi insegna che il caldo umido della pianura padana rende le notti estive insopportabili, invece la leggera brezza che soffia in costa disperde l’umidità e offre un piacevole riposo.
Così pochi giorni fa, mentre mi trovavo in una località balneare del litorale veneto, uscendo per la tradizionale passeggiata serale ho lasciato la finestra della mia camera aperta, con la tapparella leggermente sollevata.
Dopo una giornata caldissima, la notte prometteva un gradevole sollievo.
La sorpresa è arrivata quando sono tornato in camera: era più calda di come l’avevo lasciata!
Un monotono fruscio attirò la mia attenzione verso l’esterno… ed ecco i colpevoli: una serie di ventole che soffiavano nervosamente il caldo scarto della loro opera refrigerante proprio in prossimità della mia finestra. Che fare?



La miglior difesa è l’attacco: ho chiuso la finestra, ho preso il telecomando e mi sono lanciato nella battaglia dei condizionatori. Mi sono addormentato in un fresco microclima artificiale, soddisfatto di aver raggiunto lo scopo, colpevole di aver contribuito a riscaldare la strada.
Ecco come il condizionatore autoalimenta il suo utilizzo e ci rende suoi schiavi.
IL PARADOSSO: per difendermi dal condizionatore altrui devo accendere il mio, qualcun altro dovrà difendersi e accenderà il suo e così via, in una fila ininterrotta di caldi refoli.
IL CONCETTO: togliere il calore dalla mia stanza per trasferirlo all’esterno… ma se il calore nella mia stanza è indotto da un altro condizionatore non stiamo rasentando l’assurdo? Senza dimenticare che in questo processo consumiamo energia ed utilizziamo i famosi clofluorocarburi, coadiutori del riscaldamento globale.
Ho fatto una rapidissima ricerca, tanto per snocciolare qualche dato, e leggo che un condizionatore d'aria con una potenza media di 1200 W emette, in media in un anno, 640 kg di CO2.
Certo il più delle volte il condizionatore è utile, ma in casi come questo non è più sensato godere del rumore del mare di notte e della naturale tregua notturna alla calura estiva piuttosto che accontentarsi di un fresco sintetico e di un meccanico fruscio?
CONCLUSIONI: la prossima volta voglio il balcone fronte mare!

domenica 19 luglio 2009

G8 - L’Aquila, una sintesi per capire le priorità.

Oggi, 19 luglio, terminano i controlli ai valichi di frontiera, reintrodotti temporaneamente nel nostro paese in occasione del Vertice G8. Con domani possiamo quindi ritenere concluso il Vertice di quest’anno che, a parte qualche manifestazione di protesta, comprensibile, dato il calibro delle personalità presenti, e il rientro in patria del presidente cinese Hu Jintao, a causa della crisi nel Xinjiang, si è svolto, come riportato dai mass media, in un clima sostanzialmente sereno.
Agli incontri de L’Aquila, svoltisi tra l’8 e il 10 luglio, oltre ai principali paesi industrializzati (Canada, Federazione Russa, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti), sono stati coinvolti anche i paesi emergenti, i paesi africani e alcune importanti organizzazioni internazionali, raggiungendo, nelle sessioni più ampie, alla rappresentanza di quasi il 90% dell’economia mondiale.
Si è discusso di economia mondiale, sviluppo, cambiamento climatico, questioni politiche e sicurezza alimentare.


Anche se le decisioni prese durante questi incontri sono semplicemente delle linee guida per i diversi paesi, che non si assumono alcun impegno vincolante, una sintesi di quanto discusso, data l’ampia rappresentanza, può fornirci la base per comprendere quali siano le priorità a livello internazionale.
Innanzitutto durante il Vertice è stata ribadita la necessità di pensare in maniera globale. I rapporti, sia economici che sociali, tra le diverse nazioni sono ormai talmente interconnessi che è inopportuna qualsiasi iniziativa che non tenga conto delle ripercussioni e delle azioni di altri paesi. Le necessità che si pongono in questo momento inoltre, dalla gestione dei cambiamenti climatici al reperimento di risorse energetiche, solo per fare gli esempi più scontati, raggiungono, per loro natura, dimensioni globali, e devono essere affrontate con il coinvolgimento dell’intera popolazione.
È probabile perciò che l’allargamento del gruppo degli 8 venga riproposto frequentemente, con l’obiettivo, se non di ottenere una governance mondiale, almeno di arrivare alla formulazione di strategie condivise.
Un passo in questa direzione è stato compiuto con l’ Heiligendam - L'Aquila Project (HAP), grazie al quale i Leader del G8, assieme a Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica si impegnano a ottenere risultati tangibili per configurare insieme il futuro attraverso la comprensione reciproca e un modello di crescita equilibrato e sostenibile.
La situazione dell’ECONOMIA mondiale richiede il sostegno e il risanamento del sistema finanziario, affrontando al contempo la dimensione sociale della crisi, mettendo le persone al primo posto e promuovendo azioni per l’occupazione e la protezione sociale. L’impegno dei Leader sarà focalizzato ad una crescita economica solida, innovativa, verde e sostenibile, resistendo inoltre al protezionismo attraverso la riduzione delle barriere al COMMERCIO.
La crisi ha messo a rischio i progressi fatti per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, peggiorando la situazione dei paesi più poveri e vulnerabili ai quali sarà assicurato l’aiuto dei paesi più ricchi. Per l’Africa, in particolare, è stata adottata una dichiarazione congiunta G8-Africa, nella quale si esprime la determinazione a costruire un partenariato più forte per migliorare l'accesso all'acqua e ai servizi igienici di base.
Tenuto conto dei dati allarmanti sulla SICUREZZA ALIMENTARE, riportati in questo blog il 5 luglio in «I numeri della fame», i Leader si sono impegnati a mobilitare 20 miliardi di dollari in 3 anni per sostenere lo sviluppo rurale nei paesi poveri, attraverso il rilancio degli investimenti, un maggior coordinamento e una maggiore efficacia degli aiuti.
Non poteva mancare in agenda la discussione sui CAMBIAMENTI CLIMATICI, durante la quale è stata riconosciuta la necessità di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di due gradi rispetto ai livelli pre-industriali. L’obiettivo di lungo termine è la riduzione delle emissioni globali del 50% entro il 2050 (di cui l’80% a carico dei paesi sviluppati), da adottarsi anche attraverso investimenti in ricerca e nuove tecnologie.
Nell’affrontare i TEMI POLITICI, i Leader si sono soffermati sui rapporti USA – Russia, sulla situazione iraniana, israeliana, coreana, afgana, pakistana, soffermandosi in particolare sulla non proliferazione nucleare e sul sostegno alla lotta al terrorismo.
Il prossimo incontro, nel 2010, si terrà in Canada, ai Leader ora non resta che impegnarsi affinché le buone intenzioni espresse si traducano in realtà.
Fonti:
Chair’s Summary, L’Aquila, 10 luglio 2009.
Per approfondire:
http://www.g8italia2009.it/
Immagini e video:
Logo G8 2009
SitoG8/ANSA foto: Alessandro Di Meo
SitoG8/ANSA foto: Maurizio Brambatti

sabato 11 luglio 2009

Un esempio di solidarietà.

La solidarietà, secondo Wikipedia
«sta ad indicare un atteggiamento di benevolenza e comprensione, ma soprattutto di sforzo attivo e gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di un aiuto»
Oggi due persone, per le quali ero un perfetto sconosciuto, mi hanno offerto un preziosissimo aiuto:
la batteria della mia auto mi ha abbandonato, l’uno mi ha prestato i cavi, l’altro ha messo a disposizione la sua auto. E non hanno accettato neppure un caffè in cambio!
GRAZIE INFINITE
al gestore Tamoil e al tabaccaio di Via Papa Giovanni XXIII di Roncade (Tv).

venerdì 10 luglio 2009

L’educazione femminile al centro del World Population Day.


«Educare le ragazze per combattere la povertà»
è il messaggio che verrà lanciato domani, durante la giornata mondiale della popolazione promossa dall’United Nations Population Fund (UNFPA), l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove il diritto di ogni essere umano di godere di una vita in buona salute e di eque opportunità sociali. Secondo l’agenzia le donne, come agenti economici, sono indispensabili per sconfiggere gli effetti della crisi economica che, iniziata come crisi finanziaria nei paesi ricchi, si è trasmessa ai paesi più poveri, diventando una grave minaccia per lo sviluppo.
Nella presentazione dell’agenzia si legge che le donne, più degli uomini, tendono ad investire le proprie risorse nel settore della sanità e nell’istruzione dei propri figli. Gli investimenti nei settori della spesa pubblica, dell’istruzione, della cura dei bambini e dei servizi sociali contribuiscono a mitigare l’impatto della crisi su tutta la famiglia, aumentando così la produttività e migliorando l’economia.
L’UNFPA rende disponibile online un’interessante documentazione nella quale spiega in che modo il ruolo delle donne, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sia fondamentale per lo sviluppo economico e sociale. Per il benessere generale è necessario investire su di loro, garantendo un’adeguata istruzione e progetti che agevolino la loro emancipazione.
Anch’io, durante un periodo di permanenza in Africa, ho notato che le donne erano il reale perno della società. Assumono infatti un ruolo centrale nella gestione familiare, attraverso la cura dei figli e dell’alimentazione, e nel contempo si prodigano nelle numerose attività artigianali e di piccolo commercio che garantiscono il sostentamento della famiglia.
Sono certo quindi che il messaggio che viene trasmesso in questa giornata è corretto e se su di esso si baseranno le prossime politiche dello sviluppo, sarà possibile affrontare con efficacia questo periodo particolarmente complesso.


Per approfondire:
Video

giovedì 9 luglio 2009

G8: La Cina chiede una diversificazione della moneta di riferimento.

Il 2 luglio, in questo Blog, scrivevo delle pressioni internazionali per rendere il sistema monetario meno dipendente dal dollaro ed ecco, oggi, una nuova conferma delle pressioni cinesi per una riforma graduale del sistema valutario. La stampa, a conclusione della riunione del G14 a l’Aquila, riporta oggi le richieste cinesi «per una maggiore diversificazione della moneta di riferimento», istanza già espressa poche settimane fa da Brasile, Russia, India e dalla stessa Cina.
L’obiettivo cinese sembra essere la promozione dello yuan a valuta concorrente del dollaro negli scambi internazionali. La strategia cinese ha già preso il via pochi giorni fa, con l’avvio di un programma pilota di scambi commerciali in yuan tra Shanghai e la regione del Guandong e alcune nazioni del sud-est asiatico, Hong Kong e Macao.
Nell’ambiente finanziario, dove l’eco degli avvenimenti è estremamente veloce, si sono notate già le conseguenze immediate di queste dichiarazioni: nei mercati valutari il tasso di cambio della divisa americana ha assunto negli ultimi giorni un andamento discendente rispetto allo yuan e all’euro.


Inoltre, se la minor influenza del dollaro nei rapporti internazionali dovesse diventare realtà, molti paesi potrebbero diminuire la quantità di riserve in valuta americana e gli Stati Uniti sarebbero costretti ad aumentare le proprie riserve di valute straniere, avrebbero più difficoltà a finanziare i propri debiti. Una minor richiesta di dollari potrebbe causare una diminuzione del relativo valore nei rapporti valutari… per gli Usa diventerebbe più costoso acquistare all’estero.

Capiremo nei prossimi mesi come si evolverà questa cosa, intanto aspettiamo i risultati del vertice G8!

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Segnalo «Come un uomo sulla terra», in onda questa sera su Rai tre.

«La recente polemica sui “respingimenti” ha tralasciato un piccolo particolare: chi sono quegli uomini e quelle donne sui barconi? Quali sono le loro storie? Che cosa hanno passato per arrivare in Italia? Come hanno fatto a ad attraversare un deserto? Cosa vuol dire viaggiare a 50 gradi dentro un container pieno zeppo di persone? Come sono gli analoghi dei nostri CPT in Libia? Sono campi di concentramento finanziati anche dall’Italia? Con i nostri soldi, quindi? Attraverso i racconti dei protagonisti scopriamo l'agghiacciante realtà del passaggio nell'inferno libico, fatto di campi di concentramento nel deserto, di stupri e di esseri umani venduti e comprati (uno di loro – Dagmar Yimer - è co-regista con Andrea Segre) .

Un eccezionale documento che finalmente dà voce a chi non l'ha mai avuta.»
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Fonti:
La Cina chiede una riforma graduale del sistema valutario, Il Sole 24 Ore, 9 luglio 2009.
Andrea Franceschi, Import-export in yuan, così Pechino si sgancia dal dollaro, Il Sole 24 Ore, 6 luglio 2009.
Immagini da Google finance

martedì 7 luglio 2009

Pinocchio, vuoi raddoppiare le tue monete d’oro?

Oggi è un bel giorno per tutti i bambini e per gli ex bambini che, come me, sono cresciuti fantasticando sulle avventure di Pinocchio, il burattino più famoso al mondo.
Il 7 luglio del 1881, ben 128 anni fa, venne pubblicata ne «il Giornale per bambini» la prima puntata della celebre storia di Carlo Collodi.

Ricordo con nostalgica felicità la voce che mi narrava le peripezie di Pinocchio e le immagini che prendevano forma nella mia mente fanciulla. C’era anche il cartone animato sulla TV pubblica, di cui ancora ricordo la sigla, e la nota versione della Disney.
Inconsciamente ancora oggi mi scopro a fischiettare il motivetto del film, in bianco e nero, mi pare con Nino Manfredi nei panni di Geppetto… lo ricordate? Era sempre la stessa melodia, che però cambiava di velocità a seconda dell’intensità del momento!
È impressionante vedere cosa hanno fatto attorno alla storia di Pinocchio: film, canzoni, magliette, pupazzi, giocattoli. Mi basterebbe prendere la macchina e fare 280 km per raggiungere il paese di Collodi, vicino a Pistoia, dove tutto gira attorno al mitico Pinocchio!
E come dimenticare gli insegnamenti che ha radicato in noi: per essere bravi bisogna rispettare gli altri, essere obbedienti, non lasciarsi abbagliare dal «Paese dei balocchi»…
E ora che sono cresciuto, che mi sono riempito la testa di nozioni, formule ed esperienze riscopro Pinocchio sotto una nuova veste.
Ho approfondito il tema della crisi finanziaria e così la gente vorrebbe consigli su come comportarsi, come investire senza rischiare di perdere tutto, come difendersi dai truffatori. Beh, c’è una risposta semplice ma efficace: rileggete Pinocchio.
«Erano giunti più che a mezza strada, quando la Volpe, fermandosi di punto in bianco, disse al burattino: “Vuoi raddoppiare le tue monete d'oro?” “Cioè?” “Vuoi tu, di cinque miserabili zecchini, farne cento, mille, duemila?” “Magari! E la maniera?” “La maniera è facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi” “E dove mi volete condurre?” “Nel paese dei Barbagianni”. Pinocchio ci pensò un poco, e poi disse risolutamente: “No, non ci voglio venire. […]!” “Dunque”, disse la Volpe, “vuoi proprio andare a casa tua? Allora vai pure, e tanto peggio per te!” “Tanto peggio per te!” ripetè il Gatto. “Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dai un calcio alla fortuna”. “Alla fortuna!” ripetè il Gatto. “I tuoi cinque zecchini, dall'oggi al domani sarebbero diventati duemila”. “Duemila!” ripetè il Gatto. “Ma com'è mai possibile che diventino tanti?” domandò Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore».
Dopo la spiegazione della Volpe il Gatto aggiunse:
« “Non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri” ».
Non vi ricorda qualcosa? Così dicono i celebri truffatori dei nostri tempi!
Il Grillo parlante aveva avvertito Pinocchio:
« “Voglio darti un consiglio. […] Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni! Dai retta a me, ritorna indietro”».
Ma Pinocchio non volle ascoltare il Grillo parlante, e sappiamo tutti com’è finita!
Di Gatti e di Volpi ce ne sono un sacco in giro, raccontano di guadagni facili e chiedono fiducia. Purtroppo ci sono stati anche molti Pinocchi, nello sfondo di questa crisi finanziaria, piccoli risparmiatori e grossi investitori che si sono fidati, troppi che hanno rischiato.
Teniamolo bene a mente, anche nel mondo finanziario un po’ di fortuna non fa male, ma i miracoli non li fa nessuno. La ricchezza non si crea dal nulla, alla base c’è sempre il lavoro. Vogliamo dar credito a qualcuno? Chiediamogli cosa fa. Vogliamo buttarci nel mondo finanziario? Impariamo a leggere i bilanci. Qualcuno ci promette guadagni stratosferici? guardiamo se ha anche i baffi!!

Grazie Pinocchio, perché ci hai insegnato tante cose. Buon anniversario!



Per approfondimenti:
La storia di Pinocchio

Il parco di Pinocchio di Collodi, La Butterfly House e il Giardino Garzoni

lunedì 6 luglio 2009

I numeri della fame.

Nutrirsi è una delle necessità primarie dell’uomo, ci fornisce infatti l’energia senza la quale non potremmo vivere. Fortunatamente lo sviluppo economico, la ricerca, la diffusione del benessere e della conoscenza ci danno oggi la possibilità di scegliere le combinazioni migliori per alimentarci non solo in quantità sufficiente, ma anche in modo equilibrato, salutare e piacevole.
Non dobbiamo dimenticare però che esiste una grossa fetta di umanità che non ha accesso nemmeno alle risorse alimentari necessarie alla sopravvivenza. Tale considerazione è intollerabile, tenuto conto degli sprechi e degli eccessi che troppo spesso avvengono nei paesi ricchi.
Per affrontare un problema dobbiamo prima capirlo, è per questo che voglio riportarvi le mie ricerche e le mie considerazioni sulla situazione alimentare mondiale.
In questo primo post sull’argomento ci bastano i numeri per comprendere la portata dell’emergenza, ricordando che dietro ogni cifra ci stanno persone, come me e come voi.

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Sottonutrizione nel mondo:
1995 – 1997: 825 milioni di persone;
2000 – 2002: 857 milioni di persone;
2004 – 2006: 873 milioni di persone;
2008 - 2009: 915 milioni secondo le previsioni 2008, 1.02 miliardi secondo le stime di giugno.

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Le stime della Food and Agriculture Organization (FAO) per il 2009 annunciano più di un miliardo di persone costantemente sottonutrite. Utilizzando la definizione di sottonutrizione, che ho dedotto dal report dell’agenzia delle Nazioni Unite – The State of Food Insecurity in the World 2001 -, ciò significa che un sesto della popolazione mondiale non ha accesso ad un’alimentazione «sufficiente, sana e nutriente, adatta a soddisfare i bisogni nutrizionali e le preferenze alimentari per una vita attiva e salutare».
La fame nel mondo, secondo i preparativi dell’hunger report 2009, che sarà presentato in ottobre, raggiungerà quest’anno livelli record. Rispetto al 2008, infatti, il numero degli affamati è cresciuto di oltre 100 milioni, quasi interamente concentrati nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), come si può vedere nella «Mappa della Fame» della FAO.

La causa principale di questo incremento, stando a quanto comunicato dalla FAO, sarebbe la crisi economica mondiale, che ha ridotto i redditi, aumentato la disoccupazione e il costo del cibo, rendendolo ulteriormente inaccessibile ai poveri.
In effetti gli indicatori evidenziano che le rimesse degli emigrati dall’estero si sono ridotte notevolmente. Inoltre nell’economia domestica dei PVS la crisi ha colpito i lavoratori delle aree urbane, con la riduzione delle esportazioni e il raffreddamento degli investimenti dall’estero, e le aree rurali, dove milioni di poveri, emigrati in città, ritornano più poveri di prima.

Il terzo obiettivo del primo Millenium Development Goal, «Dimezzare, tra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffrono la fame», di anno in anno si allontana.

Fonti:
1.02 billion people hungry, FAO Newsroom, 19 June 2009, Rome.
Immagine:
http://www.fao.org/

sabato 4 luglio 2009

Un congolese, un italiano e altri due stranieri al TG…

Sembra l’inizio di una barzelletta, ma in realtà si tratta di tre storie tragiche riportate oggi al telegiornale.
Ho acceso la televisione nel primo pomeriggio, giusto qualche minuto, finchè aspettavo il gorgoglio della moka. Distrattamente ho ascoltato tre servizi di cronaca in successione.
Nel primo c’era un ragazzo di colore, potrei sbagliarmi, ma mi sembra congolese, con il volto tumefatto e due grossi cerotti sulla fronte. Raccontava, in italiano, di essere stato aggredito da tre uomini, italiani, mentre infilava dei volantini pubblicitari sulla cassetta della posta del loro condominio. I tre, dopo averlo insultato, chiamandolo «sporco negro», l’hanno inseguito, l’hanno raggiunto mentre cercava di rifugiarsi nell’atrio di un condominio vicino, l’hanno riempito di botte e sono fuggiti quando hanno sentito il suono delle sirene dei carabinieri, chiamati, probabilmente, da qualcuno che ha assistito alla scena. Il ragazzo, credo all’incirca della mia età, ha aggiunto al suo racconto che, arrivato a casa, ha dovuto affrontare l’imbarazzo di spiegare a sua figlia il motivo per cui era tornato così malconcio, senza trasmetterle il timore di dover crescere con la pelle nera.
Nel secondo servizio si parlava di una ragazza vittima di violenza sessuale a Roma. L’aggressore l’ha bloccata e imbavagliata nel garage di casa sua. Sembra che non sia la prima azione del violentatore, il cui identikit corrisponde ad un uomo italiano, tra i trenta e i quarant’anni, con l’accento romano.
Nel terzo servizio le immagini di uno scarpone antinfortunistico, abbandonato tra mattoni rotti e polvere di cemento, accompagnavano la notizia di altri due morti sul lavoro. Si tratta di due lavoratori edili di origine straniera che hanno perso la vita in cantiere.
Poi la moka ha gorgogliato, e così ho abbandonato il televisore.
Ma in testa hanno cominciato a frullarsi i tre racconti.
Dunque abbiamo:
a) due uomini venuti in Italia che, mentre lavoravano, ci hanno lasciato le penne. E, si sa, non sempre nei cantieri vengono rispettate le norme di sicurezza, per indisciplina, per noncuranza o per convenienza;
b) un padre che lavorava, magari per arrotondare uno stipendio troppo misero per campare, picchiato senza un valido motivo;
c) tre uomini italiani con uno sfogo di violenza razzista e
d) un uomo italiano con uno sfogo di violenza sessuale.
Tre casi, naturalmente, non possono esaurire un argomento tanto complesso, ma siamo certi che, come qualcuno sostiene, lo straniero è comunque una minaccia? Il timore nei suoi confronti, che sento confidare con sempre maggior frequenza, è giustificato? Non è, forse, che in casa abbiano di peggio?
A voi le conclusioni.

giovedì 2 luglio 2009

I bond del Fondo Monetario Internazionale.

Ieri sera il consiglio esecutivo del FMI ha approvato un provvedimento che segna un momento storico nella vita dell’istituto. Si tratta dell’emissione di obbligazioni che verranno sottoscritte da diversi Stati membri, al fine di fornire risorse sufficienti ad assistere i paesi in difficoltà.
Ricordo che a fine 2008, in piena crisi finanziaria, il direttore generale Strauss-Kahn aveva annunciato di avere a disposizione 200 miliardi di dollari che sarebbero stati immediatamente messi a disposizione delle economie in difficoltà. Finora sono stati annunciati prestiti per oltre 150 miliardi, ma il coinvolgimento dell’economia reale e i corollari della crisi rischiano di rendere le risorse a disposizione insufficienti. Secondo gli impegni assunti nel vertice del G20, dovrebbe essere raggiunta la soglia dei 750 miliardi di dollari.
La prima emissione obbligazionaria nella storia dell’istituto è la notizia di spicco, ma ciò che mi preme sottolineare è la percezione, resa evidente dagli eventi collegati, dell’avviarsi verso un diverso assetto negli equilibri internazionali. I paesi emergenti, in particolare quelli del gruppo Bric (Brasile, Russia, India e Cina) assumono rilievo in quest’occasione, affiancando alle risorse messe in campo da Giappone, Ue e Usa, la volontà di acquistare obbligazioni per 80 mld di dollari. Il loro maggior peso all’interno dell’istituto di Washington sarà particolarmente rilevante tenuto conto che, come affermato dal nostro rappresentante presso la Bce L. Bini Smaghi, la crisi ha ridato al Fondo «il suo posto nel cuore del sistema finanziario internazionale».
Se a ciò si aggiungono le pressioni per rendere il sistema monetario internazionale meno dipendente dal dollaro e i tentativi, in particolare cinesi, per una minore esposizione in valuta americana, non è fantascienza ipotizzare un raffreddamento dell’egemonia del dollaro nei mercati monetari.

Per approfondimenti:
IMF Approves Framework for Issuing Notes to the Official Sector, Press Release No. 09/248, July 1, 2009.
Alessandro Merli, Prima asta di bond per l’FMI, Il Sole 24 Ore, 2 luglio 2009.
Bini Smaghi (Bce): «Più poteri all'Fmi per contrastare la crisi», Il Sole 24 Ore, 23 giugno 2009.

mercoledì 1 luglio 2009

Da oggi possiamo mangiare frutta e verdura «esteticamente imperfetta».

«È assurdo buttar via prodotti perfettamente commestibili semplicemente perché non hanno dimensioni e forma perfette».
L’affermazione di Mariann Fischer Boel, Commissaria europea all'agricoltura e allo sviluppo rurale, accompagna la decisione della Commissione di revocare le norme di commercializzazione di ventisei tipi di frutta e ortaggi, relative a forma e dimensioni, a partire da oggi, 1 luglio 2009.
L’iniziativa, che si inserisce in un più ampio progetto di razionalizzazione e semplificazione della normativa europea, ci permetterà di scegliere fra una più vasta gamma di prodotti e soprattutto metterà fine a un inutile spreco di cibo adatto all’alimentazione umana.
In dettaglio, albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocado, fagioli, cavoli di Bruxelles, carote, cavolfiori, ciliegie, zucchine, cetrioli, funghi coltivati, aglio, nocciole in guscio, cavoli cappucci, porri, meloni, cipolle, piselli, prugne, sedani da coste, spinaci, noci in guscio, cocomeri e cicoria witloof da oggi potranno tornare ad avere quelle imperfezioni che il nostro senso estetico cerca di eliminare. Potranno essere nodosi, piccoli, un po’ storti, insomma secondo ciò che deciderà madre natura!
Saranno invece mantenute le norme specifiche di commercializzazione per mele, agrumi, kiwi, lattughe, pesche e pesche noci, pere, fragole, peperoni dolci, uve da tavola e pomodori. Prodotti, questi ultimi, che rappresentano il 75% del valore degli scambi nell'Unione europea. Gli Stati membri possono esentare questi prodotti dall'applicazione delle norme se sono venduti con un'etichettatura appropriata. Ad esempio le mele fuori norma potranno essere vendute in negozio purché provviste di un'etichetta con la dicitura "prodotto destinato alla trasformazione" o una dicitura equivalente.
È probabile quindi che arriveranno nei negozi anche ortaggi meno sottoposti all’azione di fertilizzanti e pesticidi o , almeno, il prezzo degli ortaggi «di serie B» dovrebbe essere inferiore a quello degli ortaggi perfetti… a meno che non ci sia un rialzo generalizzato, all’italiana…
Staremo a vedere, la buona notizia, per ora, è che ci sarà un po’ meno spreco.

Per approfondimenti: Dal sito della Commissione europea