domenica 6 settembre 2009

Free Energy Island

Ecco quale potrebbe essere la casa del futuro: una cupola costruita sull’acqua, energicamente autosufficiente grazie allo sfruttamento del sole, dell’aria e del calore del sottosuolo, con un gradevole disegno architettonico e massima possibilità di scelta dei materiali di costruzione. La modularità, l’autosufficienza energetica di ogni abitazione e le caratteristiche costruttive permetterebbero di costruire da zero, senza necessità di precedenti lottizzazioni, come invece accade per le opere in muratura e soprattutto, come previsto dal progettista, a basso costo.
L’opportunità di costruire alloggi autonomi ed economici mi sembrano qualità ottime da implementare anche nei Paesi più poveri o con scarse infrastrutture.
La cosa che mi piace di più? La casa gira su se stessa per sfruttare al massimo il sole, sia come fonte di energia, sia per l’illuminazione interna!
Il progetto dell’architetto danese Ole Steen, di cui qui sotto riporto una presentazione 3d, verrà presentato a dicembre alla conferenza energetica in Danimarca.





Per approfondire:
www.free-energy-island.com

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Segnalo, questa sera alle 21.00 su Rai Tre, in “Presadiretta”

RESPINTI

«Da quando sono cominciati i respingimenti in mare sono stati finora 800 gli uomini e le donne che le autorità italiane hanno riconsegnato alla Libia.
Eppure di tutti questi respingimenti non abbiamo mai visto neanche un’immagine : nessun telegiornale italiano, né pubblico né privato ha potuto documentare che cosa sia successo.

Presadiretta per la prima volta è riuscita ad alzare il velo sul primo respingimento, quello fatto nei giorni 6 e 7 maggio dalla motonave Bovienzo della guardia di finanza insieme ad altre due unità della capitaneria di porto . In esclusiva la RAI manderà in onda le foto scattate da Enrico Dagnino l’unico giornalista che si trovava a bordo della Bovienzo e che ha assistito al primo respingimento dal momento in cui è stato avvistato il gommone carico di migranti fino a quando sono stati letteralmente “buttati” sui pontili del porto di Tripoli .

Non solo, Presadiretta è riuscita anche a dare un nome e cognome a 24 dei primi respinti : tredici eritrei e undici somali, tutta gente che scappa dalla guerra e dalla dittatura , gente che se fosse riuscita ad arrivare a Lampedusa avrebbe potuto ottenere lo status di rifugiato e il permesso di restare in Italia. E invece agli uomini e alle donne trovati allo stremo delle forze in mezzo al mare nessuno ha chiesto il nome e il cognome e sono stati rimessi nelle mani della polizia libica»


Citazione da www.presadiretta.rai.it

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