sabato 12 settembre 2009

Supermercati e stile di vita

Nel rispetto stilistico di questo blog dovrei attribuire un colore a questa riflessione, ma la definirei piuttosto multicolore, un po’ verde, un po’ gialla, un po’ rossa e anche un pochino arancione.
Veniamo al dunque: avete mai pensato a quanto i supermercati influiscono nel nostro stile di vita?
Lo stile di vita è influenzato in gran parte da ciò che consumiamo. Nonostante il periodo di difficoltà economica e la tendenza emergente a ricercare prodotti di nicchia e di alta qualità, il supermercato sembra aver vinto la battaglia per la conquista del consumatore medio.
Quest’ultimo si rivolge infatti al grande distributore spesso come unico fornitore di prodotti per l’alimentazione, la casa e l’igiene. Ciò avviene per economicità, per praticità o per comodità. Si pensi a chi (com’è ormai nella maggior parte delle famiglie) riesce a dedicare agli acquisti non più di due ore a settimana. Piuttosto che rivolgersi a cinque – sei negozi distinti, perdendo spesso il vantaggio di un prezzo più favorevole, preferirà entrare in un supermercato dove in un sol colpo può acquistare tutto ciò che gli serve.
I supermercati, come ormai svelato da più fonti, utilizzano svariate tecniche per attrarre l’attenzione dell’acquirente su determinati prodotti, favorendone alcuni e sfavorendone altri. Nonostante ormai queste tecniche siano conosciute dalla maggior parte di noi, spesso ci lasciamo condurre per mano nelle nostre scelte, seguendo, con tacita consapevolezza, quella che sembra la “moda” del momento, ma è che in realtà indotta dal distributore per suo vantaggio.
Altre volte il consumatore non riesce a raggiungere lo stile di consumo desiderato. L’esempio più lampante è la carne: ipotizziamo che io scelga un supermercato come punto di riferimento per i miei acquisti alimentari, perché più vicino a casa, o per una mia percezione di maggior qualità media dei prodotti rispetto ai concorrenti, o per mille altri motivi soggettivi. Ipotizziamo inoltre che il supermercato venda solo carne imballata con vaschetta di polistirolo e un doppio giro di cellophane. Ecco che, anche se per responsabilità ambientale io preferirei rinunciare all’imballaggio, nella mia borsa ci saranno la vaschetta di polistirolo e il foglio di cellophane. E similarmente sarà per molti altri prodotti.
Poniamo ora che il mio supermercato preferito esponga una vasta scelta di prodotti biologici. Ecco che sarò invogliato ad acquistare quel tipo di prodotti. Poniamo invece che il mio supermercato preferito non tenga affatto prodotti biologici, ma che io possa acquistarne in un negozio specializzato. È probabile che, visto che nel negozio specializzato ci devo andare apposta, anche se magari lo desidererei, il più delle volte a casa mia non ci saranno prodotti “bio”.
Indirizzo della scelta”, “imposizione”, “disponibilità” sono solo alcuni esempi di come il supermercato influenza i nostri consumi e il nostro stile di vita.
L’essere diventati così grandi e così importanti impone dunque ai supermercati l’onere di assumersi parte della responsabilità di quello che sarà lo stile di consumo medio dei prossimi anni.


I principi da seguire nel nuovo millennio si stanno rapidamente manifestando: sempre più persone, dopo lo scossone economico e gli allarmi ambientali, hanno compreso che è necessario modificare uno stile di vita insostenibile. Allora cerchiamo di adottare comportamenti corretti, che abbiano un minor impatto sull’ambiente, a partire dai nostri gesti quotidiani: minori consumi, scelta di prodotti di stagione a “chilometri zero”, limitazione degli imballaggi, scelta di fornitori che rispondano a principi di eco-sostenibilità.
I più avanguardisti cominciano a rivolgersi direttamente ai produttori, o a formare gruppi di acquisto, dribblando la grande distribuzione. Forse dovremmo farlo tutti, ma di certo richiede un grande sforzo che al momento pone un freno al diffondersi di queste pratiche. Se i supermercati riusciranno ad essere riconosciuti come fornitori eco-sostenibili e ad offrire al cliente la possibilità di raggiungere lo stile di consumo desiderato, con molta probabilità saranno ancora una volta vincitori: da una parte avranno riconquistato quei clienti che si stanno allontanando, dall’altra avranno influenzato positivamente i consumi e lo stile di vita di molte famiglie.
Sembra che qualcuno se ne stia accorgendo.
Come ci racconta la giornalista Marina Martorana nel blog “rispendo.Corriere.it”, ieri è stato inaugurato il primo Simply Sma green di Milano, un mass market verde, concepito in un'ottica di rispetto socio-ambientale, che coniuga risparmio energetico, riciclo di materiali e rifiuti, prodotti ecologici. Il nuovo supermercato utilizza infatti attrezzature ottenute da materiali riciclati, tecniche costruttive all’avanguardia per limitare i consumi energetici e propone ai propri clienti prodotti di largo consumo ecologici.
Se tutte le catene seguissero l’esempio tutti ne trarrebbero vantaggio: i supermercati attrarrebbero più clienti, i clienti attenti potrebbero acquistare prodotti migliori, i clienti indifferenti e quelli che hanno poco tempo sarebbero positivamente influenzati dall’offerta, l’ambiente ne gioverebbe.
Avanti così!

Nelle foto:
un supermercato “Iper, La grande I” vicino a Milano, tratta da http://www.retailforum.it/
una busta della spesa, tratta da http://www.effettoterra.org/

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