sabato 4 luglio 2009

Un congolese, un italiano e altri due stranieri al TG…

Sembra l’inizio di una barzelletta, ma in realtà si tratta di tre storie tragiche riportate oggi al telegiornale.
Ho acceso la televisione nel primo pomeriggio, giusto qualche minuto, finchè aspettavo il gorgoglio della moka. Distrattamente ho ascoltato tre servizi di cronaca in successione.
Nel primo c’era un ragazzo di colore, potrei sbagliarmi, ma mi sembra congolese, con il volto tumefatto e due grossi cerotti sulla fronte. Raccontava, in italiano, di essere stato aggredito da tre uomini, italiani, mentre infilava dei volantini pubblicitari sulla cassetta della posta del loro condominio. I tre, dopo averlo insultato, chiamandolo «sporco negro», l’hanno inseguito, l’hanno raggiunto mentre cercava di rifugiarsi nell’atrio di un condominio vicino, l’hanno riempito di botte e sono fuggiti quando hanno sentito il suono delle sirene dei carabinieri, chiamati, probabilmente, da qualcuno che ha assistito alla scena. Il ragazzo, credo all’incirca della mia età, ha aggiunto al suo racconto che, arrivato a casa, ha dovuto affrontare l’imbarazzo di spiegare a sua figlia il motivo per cui era tornato così malconcio, senza trasmetterle il timore di dover crescere con la pelle nera.
Nel secondo servizio si parlava di una ragazza vittima di violenza sessuale a Roma. L’aggressore l’ha bloccata e imbavagliata nel garage di casa sua. Sembra che non sia la prima azione del violentatore, il cui identikit corrisponde ad un uomo italiano, tra i trenta e i quarant’anni, con l’accento romano.
Nel terzo servizio le immagini di uno scarpone antinfortunistico, abbandonato tra mattoni rotti e polvere di cemento, accompagnavano la notizia di altri due morti sul lavoro. Si tratta di due lavoratori edili di origine straniera che hanno perso la vita in cantiere.
Poi la moka ha gorgogliato, e così ho abbandonato il televisore.
Ma in testa hanno cominciato a frullarsi i tre racconti.
Dunque abbiamo:
a) due uomini venuti in Italia che, mentre lavoravano, ci hanno lasciato le penne. E, si sa, non sempre nei cantieri vengono rispettate le norme di sicurezza, per indisciplina, per noncuranza o per convenienza;
b) un padre che lavorava, magari per arrotondare uno stipendio troppo misero per campare, picchiato senza un valido motivo;
c) tre uomini italiani con uno sfogo di violenza razzista e
d) un uomo italiano con uno sfogo di violenza sessuale.
Tre casi, naturalmente, non possono esaurire un argomento tanto complesso, ma siamo certi che, come qualcuno sostiene, lo straniero è comunque una minaccia? Il timore nei suoi confronti, che sento confidare con sempre maggior frequenza, è giustificato? Non è, forse, che in casa abbiano di peggio?
A voi le conclusioni.

1 commento:

  1. Super Daniele, meno male che ci sono ancora persone che la pensano come te! Ancora non tutto è perduto in questo Paese.Brutto che non lo riconosco più...
    Il tuo collega Herr Professor

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